L’Isotta Fraschini Beta è un motore concepito all’inizio degli anni ’40 per velivoli leggeri veloci, da addestramento e con capacità acrobatiche, tra i quali il Nardi FN.316. Fa parte di una famiglia di motori Isotta Fraschini introdotta negli anni ‘30 e caratterizzata da un particolare schema costruttivo con cilindri invertiti, raffreddati ad aria. Il Beta venne sviluppato in modo diretto dai modelli più grandi Gamma e Delta a 12 cilindri, dei quali rappresentava la versione più piccola, costituita da una sola bancata con 6 cilindri in linea, destinata ad occupare la categoria di mercato dei motori fino a 300 CV, che all’epoca era scarsamente presidiata dalla concorrenza. In particolare, il motore condivide numerosi componenti con il Gamma, tra cui i cilindri in acciaio, le teste e i pistoni in alluminio e alcuni organi del sistema di distribuzione. Il motore è dotato di riduttore di velocità per l’azionamento dell’elica propulsiva e di un sistema di sovralimentazione per aumentare le prestazioni in quota. Quest’ultimo riprendeva l’impostazione dei motori Mercedes, con un turbocompressore posizionato nella parte posteriore del fianco sinistro del motore, in modo da ridurre al minimo la lunghezza del condotto di alimentazione di aria in pressione ai due carburatori. Questi furono interamente progettati e costruiti dalla Isotta Fraschini. Il motore venne prodotto in serie nella prima metà degli anni ’40, ma non ebbe molta diffusione, sia a causa di alcuni problemi tecnici derivanti da una fase di sviluppo limitata, sia per le conseguenze degli eventi bellici. Nel dopoguerra l’Isotta Fraschini ne riprese la costruzione introducendo alcune modifiche tecniche e cambiando la denominazione in Asso 6, nel tentativo di rilanciare la produzione verso il settore dell’aviazione civile. L’operazione non ebbe successo anche a causa della limitata, e in alcuni casi mancata, produzione dei velivoli cui era destinato. Alcuni di questi velivoli rimasero infatti soltanto dei prototipi e alla fine del 1948 l’Isotta Fraschini, già in difficoltà economiche, concluse la produzione dei motori aeronautici. Per tali motivi la produzione complessiva del motore Beta e delle versioni da esso derivate fu limitata ad un numero esiguo di esemplari e quelli rimasti fino ad oggi risultano abbastanza rari.
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Velivoli SAI Ambrosini S.7 (primi esemplari); Nardi FN316; CANSA C6B; IMAM Ro63; Breda 205; SAIMAN 208.
L'esemplare esposto fa parte del patrimonio storico della Aeronautica Militare Italiana ed è stato restaurato dal Museo dei Motori nell’ambito di un progetto di ricerca, tutela e valorizzazione museale di motori aeronautici di varie epoche, realizzato congiuntamente tra la Forza Armata e l’Ateneo di Palermo in occasione del Centenario dell'istituzione dell'Aeronautica Militare.